“Si attaccano a tutto…”
Ci sono diversi aspetti da tenere presenti nella vicenda.
• L’Italia è stata interessata da vicende storiche che hanno lasciato il segno: Ventennio, Antifascismo, RSI, Guerra civile e Resistenza, con lo strascico della nascita di un partito che della RSI era, è inutile negarlo, la diretta emanazione. Si è parlato da più parti di “memoria condivisa”. Ma su quel periodo non c’è e non ci può essere alcuna memoria condivisa, almeno finché son vivi i figli di coloro che quel periodo hanno vissuto (mio padre è nato lo stesso anno di Almirante).
• Il MSI, nato col “peccato originale”, ha subito l’ostracismo politico (che Meloni se ne ricordi o meno) fino alla svolta di Fiuggi, quando, nel disaccordo di molti, Fini ha abiurato a quel passato.
• Infine La Russa. Neofascista ostinato e provocatore di carattere fin da ragazzo (lo rivendica fieramente), è tra quelli non convinti della svolta sopra ricordata e mal sopporta le convenzioni legate alla carica che riveste. La sua incontenibile esuberanza politica lo porta a continue esternazioni poco “super partes” e animate spesso da spirito revanscista, in alcuni casi anche contraddittorie. Sa bene (lo ha affermato pochi giorni fa) che non c’è una memoria condivisa sul passato e che le rispettive posizioni, per quanto non più violente come un tempo, sono pur sempre nettamente contrapposte, ma continua imperterrito con le sue provocazioni, che ripeto, provengono dalla seconda carica dello Stato non da un vignettista di destra che fa il suo mestiere e, si sa, o la satira è mordace o non è satira.
“con lo strascico della nascita di un partito che della RSI era, è inutile negarlo, la diretta emanazione.”
C’era una corrente che si ricollegava alla RSI, ma non solo a quella: c’erano le correnti cattoliche tradizionaliste, monarchiche e fasciste che avevano dato vita a Vichy, c’era il nazionalsocialismo, c’erano i vari fascismi europei: le Croci Frecciate ungheresi, la Guardia di Ferro rumena etc etc., ma tutte queste posizioni si scontravano con la linea ufficiale del MSI che era filo-atlantica, filo-americana e filo-israeliana. Di qui non si scappa. Noi “ragazzi della via Pal” avevamo invece una visione anti-nazionalista, anti-atlantica, anti-americana e filo araba. Il Msi era un contenitore di tutte le idee politiche non riconosciute e marginali. Parafrasando la Murgia Voi non tenete conto della “complessità” e non contestualizzate. Ciò che univa tutte queste anime era l’anticomunismo; non tenete conto della contrapposizione in blocchi del mondo. La RSI veniva citata dalle gerarchie missine solo in funzione anti-comunista ed elettorale.
È vero che nel tempo si sia manifestato all’interno del MSI un arcipelago politico-culturale espressione di di diverse “anime”(pro e contro la NATO, clerico-moderato-conservatrice e rivoluzionario-sinistreggiante, d’ordine e eversivo-golpista, ecc.), ma stando alle fonti storiche, le tappe attraverso cui si è arrivati alla costituzione del partito sono incontrovertibili. I nomi (non li ho controllati tutti ma la gran parte) di coloro che ne determinarono la fondazione provengono o dalla RSI o dal fascismo del ventennio. Del resto i siti ufficiali non smentiscono questa evidenza.
“Il Movimento Sociale Italiano (dal 1972: Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale) è stato un partito politico fondato il 26 dicembre 1946 da reduci della Repubblica Sociale Italiana (come Giorgio Almirante, Pino Romualdi) ed ex esponenti del regime fascista (come Arturo Michelini e Biagio Pace).” Fonte: sito destra nazionale (https://www.destranazionale.org/286-2/)
E qui cade l’asino. L’Italia ancora sotto occupazione militare alleata concede la creazione di un partito neo-fascista saloino il 26 dicembre 1946 ?! E’ come se in Germania avessero concesso la ricostituzione del NSDAP o in Francia quella del Parti Populaire di Doriot. Impensabile. In Italia accade tutto ciò perché i fondatori del MSI hanno giurato fedeltà agli alleati e si sono sottomessi alle direttive atlantiche. Alla base viene concesso il ricordo della RSI (altrimenti chi avrebbe votato il MSI?) e ammennicoli vari: saluti romani, labari etc. Nel Frattempo continuano i processi e il 5 marzo del 1947, furono fucilati alla Spezia tre aderenti alla Rsi.
Se poi ci fossero ancora dei dubbi, basta verificare da dove provenivano i leader (Romualdi, Almirante, Michelini, De Marsanich, Rauti), i presidenti (Borghese, Graziani, De Marsanich, Romualdi, Tripodi, Romualdi, Pazzaglia, Baghino), i segretari (Trevisonno, Almirante, De Marsanich, Michelini e Rauti). Dall’elenco manca Birindelli che accortosi dell’errore uscì dal partito dopo uno scontro burrascoso con Almirante, Covelli (monarchico) e Fini (nato nel 1952) che però aveva avuto modo di essere educato in famiglia ai “valori” della RSI.
“…creazione di un partito neo-fascista saloino il 26 dicembre 1946 ?”
È ovvio che il MSI non fu la trasposizione della RSI. Ho parlato di “emanazione” nel senso che prese vita dai reduci e dai nostalgici del ventennio (“non restaurare, ma non rinnegare”), ma, probabilmente non ho espresso il mio pensiero in modo sufficientemente chiaro. Che poi nella base ci fosse chi “continuava a credere nell’azione clandestina, rabbiosa e isolata” costituisce un elemento equivoco nella storia del MSI ma non smentisce la sua “emanazione”.
Non so se, come dici tu, ci un un giuramento a favore del patto atlantico, sicuramente alcuni (Pignatelli) avevano rapporti con l’Office of strategic Service (OSS). A me risulta che nel primo congresso (Napoli ,27-29 giugno 1948) ci fu un infuocato dibattito sull’adesione dell’Italia al patto suddetto e che fino al 1951 “il MSI si oppose, pur con alcune ambiguità”. Solo con la segreteria De Marsanich ci fu un’accelerazione del riallineamento su posizioni atlantiche.
Quanto alla costituzione del partito, questa fu preceduta da contatti tra fascisti ed esponenti delle forze di governo (“implicita ammissione del problema politico e psicologico rappresentato dagli ex-fascisti nel clima della ricostruzione democratica” – Giuseppe Parlato), e soprattutto dall’amnistia Togliatti (22 giugno 1946) (“atto finale che chiuse ogni ipotesi sanzionatoria ed epurativa nei confronti dei fascisti” – Giuseppe Parlato Fascisti senza Mussolini: le origini del neofascismo in Italia (1943-1948), Il Mulino, Bologna 2006.). Seguirono una serie di iniziative e incontri che culminarono con la fondazione del MSI.
Si attaccano a tutto, non riescono a capacitarsi di non essere al potere e con loro i servilissimi media
“Si attaccano a tutto…”
Ci sono diversi aspetti da tenere presenti nella vicenda.
• L’Italia è stata interessata da vicende storiche che hanno lasciato il segno: Ventennio, Antifascismo, RSI, Guerra civile e Resistenza, con lo strascico della nascita di un partito che della RSI era, è inutile negarlo, la diretta emanazione. Si è parlato da più parti di “memoria condivisa”. Ma su quel periodo non c’è e non ci può essere alcuna memoria condivisa, almeno finché son vivi i figli di coloro che quel periodo hanno vissuto (mio padre è nato lo stesso anno di Almirante).
• Il MSI, nato col “peccato originale”, ha subito l’ostracismo politico (che Meloni se ne ricordi o meno) fino alla svolta di Fiuggi, quando, nel disaccordo di molti, Fini ha abiurato a quel passato.
• Infine La Russa. Neofascista ostinato e provocatore di carattere fin da ragazzo (lo rivendica fieramente), è tra quelli non convinti della svolta sopra ricordata e mal sopporta le convenzioni legate alla carica che riveste. La sua incontenibile esuberanza politica lo porta a continue esternazioni poco “super partes” e animate spesso da spirito revanscista, in alcuni casi anche contraddittorie. Sa bene (lo ha affermato pochi giorni fa) che non c’è una memoria condivisa sul passato e che le rispettive posizioni, per quanto non più violente come un tempo, sono pur sempre nettamente contrapposte, ma continua imperterrito con le sue provocazioni, che ripeto, provengono dalla seconda carica dello Stato non da un vignettista di destra che fa il suo mestiere e, si sa, o la satira è mordace o non è satira.
“con lo strascico della nascita di un partito che della RSI era, è inutile negarlo, la diretta emanazione.”
C’era una corrente che si ricollegava alla RSI, ma non solo a quella: c’erano le correnti cattoliche tradizionaliste, monarchiche e fasciste che avevano dato vita a Vichy, c’era il nazionalsocialismo, c’erano i vari fascismi europei: le Croci Frecciate ungheresi, la Guardia di Ferro rumena etc etc., ma tutte queste posizioni si scontravano con la linea ufficiale del MSI che era filo-atlantica, filo-americana e filo-israeliana. Di qui non si scappa. Noi “ragazzi della via Pal” avevamo invece una visione anti-nazionalista, anti-atlantica, anti-americana e filo araba. Il Msi era un contenitore di tutte le idee politiche non riconosciute e marginali. Parafrasando la Murgia Voi non tenete conto della “complessità” e non contestualizzate. Ciò che univa tutte queste anime era l’anticomunismo; non tenete conto della contrapposizione in blocchi del mondo. La RSI veniva citata dalle gerarchie missine solo in funzione anti-comunista ed elettorale.
È vero che nel tempo si sia manifestato all’interno del MSI un arcipelago politico-culturale espressione di di diverse “anime”(pro e contro la NATO, clerico-moderato-conservatrice e rivoluzionario-sinistreggiante, d’ordine e eversivo-golpista, ecc.), ma stando alle fonti storiche, le tappe attraverso cui si è arrivati alla costituzione del partito sono incontrovertibili. I nomi (non li ho controllati tutti ma la gran parte) di coloro che ne determinarono la fondazione provengono o dalla RSI o dal fascismo del ventennio. Del resto i siti ufficiali non smentiscono questa evidenza.
“Il Movimento Sociale Italiano (dal 1972: Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale) è stato un partito politico fondato il 26 dicembre 1946 da reduci della Repubblica Sociale Italiana (come Giorgio Almirante, Pino Romualdi) ed ex esponenti del regime fascista (come Arturo Michelini e Biagio Pace).” Fonte: sito destra nazionale (https://www.destranazionale.org/286-2/)
E qui cade l’asino. L’Italia ancora sotto occupazione militare alleata concede la creazione di un partito neo-fascista saloino il 26 dicembre 1946 ?! E’ come se in Germania avessero concesso la ricostituzione del NSDAP o in Francia quella del Parti Populaire di Doriot. Impensabile. In Italia accade tutto ciò perché i fondatori del MSI hanno giurato fedeltà agli alleati e si sono sottomessi alle direttive atlantiche. Alla base viene concesso il ricordo della RSI (altrimenti chi avrebbe votato il MSI?) e ammennicoli vari: saluti romani, labari etc. Nel Frattempo continuano i processi e il 5 marzo del 1947, furono fucilati alla Spezia tre aderenti alla Rsi.
Se poi ci fossero ancora dei dubbi, basta verificare da dove provenivano i leader (Romualdi, Almirante, Michelini, De Marsanich, Rauti), i presidenti (Borghese, Graziani, De Marsanich, Romualdi, Tripodi, Romualdi, Pazzaglia, Baghino), i segretari (Trevisonno, Almirante, De Marsanich, Michelini e Rauti). Dall’elenco manca Birindelli che accortosi dell’errore uscì dal partito dopo uno scontro burrascoso con Almirante, Covelli (monarchico) e Fini (nato nel 1952) che però aveva avuto modo di essere educato in famiglia ai “valori” della RSI.
“…creazione di un partito neo-fascista saloino il 26 dicembre 1946 ?”
È ovvio che il MSI non fu la trasposizione della RSI. Ho parlato di “emanazione” nel senso che prese vita dai reduci e dai nostalgici del ventennio (“non restaurare, ma non rinnegare”), ma, probabilmente non ho espresso il mio pensiero in modo sufficientemente chiaro. Che poi nella base ci fosse chi “continuava a credere nell’azione clandestina, rabbiosa e isolata” costituisce un elemento equivoco nella storia del MSI ma non smentisce la sua “emanazione”.
Non so se, come dici tu, ci un un giuramento a favore del patto atlantico, sicuramente alcuni (Pignatelli) avevano rapporti con l’Office of strategic Service (OSS). A me risulta che nel primo congresso (Napoli ,27-29 giugno 1948) ci fu un infuocato dibattito sull’adesione dell’Italia al patto suddetto e che fino al 1951 “il MSI si oppose, pur con alcune ambiguità”. Solo con la segreteria De Marsanich ci fu un’accelerazione del riallineamento su posizioni atlantiche.
Quanto alla costituzione del partito, questa fu preceduta da contatti tra fascisti ed esponenti delle forze di governo (“implicita ammissione del problema politico e psicologico rappresentato dagli ex-fascisti nel clima della ricostruzione democratica” – Giuseppe Parlato), e soprattutto dall’amnistia Togliatti (22 giugno 1946) (“atto finale che chiuse ogni ipotesi sanzionatoria ed epurativa nei confronti dei fascisti” – Giuseppe Parlato Fascisti senza Mussolini: le origini del neofascismo in Italia (1943-1948), Il Mulino, Bologna 2006.). Seguirono una serie di iniziative e incontri che culminarono con la fondazione del MSI.