
C’era una volta la Repubblica di Piddinia. Era un luogo dove trovavano posto tutte le devianze, le culture, le sub-culture e tutti i rifiuti della società. La sua capitale si chiamava Dragopoli ed era stata fondata da un grande Banchiere. Intorno al suo nucleo storico sorgevano varie bidonville, periferie degradate abitate da un’ umanità miserabile costretta a vivere tra i rifiuti, la delinquenza, e la povertà. La Repubblica aveva a al suo vertice un vecchio Presidente savio, sobrio e suadente che era stato richiamato in carica a furor di partiti. Tutto procedeva per il peggio. Il grande Banchiere insieme al savio e sobrio Presidente e al commissario politico di Piddina, Letta, sostenuti anche dai partiti della destra, decisero di entrare indirettamente in guerra contro lo zar di tutte le Russie per appoggiare un guitto d’avanspettacolo divenuto presidente dell’Ucraina. Lo Zar offeso da questa decisione chiuse i rubinetti del gas mandando a gambe all’aria la traballante economia di Piddinia. Un golpe portato avanti da un gruppo di partiti felloni nel Luglio di quell’anno, (M5S, Lega e FI) fece cadere il Banchiere, fra i pianti e i lamenti dei politici piddiniani, degli alleati di Macronia, BoJonia, e Bruxellonia, degli scribacchini di corte, dei lustrascarpe, dei nani, delle escort e ballerine. Il Savio e Sobrio Presidente fu costretto a indire nuove elezioni. Con grande scorno degli alleati europei vinse in centrodestra. Ma niente cambiò nella politica di Piddinia. L’Agenda Draghi continuò ad essere applicata scrupolosamente. Il nuovo governo poi, per dimostrare al mondo la sua fedeltà alla Nato e l’alleanza con il Guitto ucraino, arrivò al punto di inviare truppe sul fronte ucraino. Lo Zar, incazzato, a quel punto chiuse tutti i rubinetti. La Repubblica di Piddinia precipitò nel caos: freddo e fame fecero tormentarono il popolo, il quale poco dopo insorse. Gravissimi disordini scoppiarono in tutte le città. La Presidenta del Consiglio e tutto il governo, dopo una settimana di tumulti e violenze, chiesero asilo politico in Ucraina, dove però furono travolti e catturati dall’esercito russo che, nella sua offensiva autunnale, aveva travolto le difese di Kiev. Per loro sfortuna furono fatti prigionieri dai ceceni di Kadyrov e furono portati a Mosca mentre Zelensky e i suoi sodali fuggivano negli USA. In Piddinia il Savio e Sobrio Presidente, per salvare il paese in macerie, richiamò al governo il Banchiere che trattò subito una resa condizionata con i russi. Gas e carburanti ricomparirono abbondanti; il campionato di calcio tornò e tutti lodarono il Salvatore della Patria e il Savio e Sobrio Presidente. Piddinia, insomma tornò lentamente alla anormalità deviata piddiniana. Grazie all’intervento del Banchiere i russi restituirono i rappresentanti del cdx che una volta tornati a Dragopoli, felicissimi di aver ottenuto il perdono presidenziale, furono cooptati e fatti entrare nel nuovo governo di larghissime intese. Una nuova stagione cupa e fosca si presentava all’orizzonte..
Scusa,
tutto questo casino e tutto torna come prima?
Almeno qualcuno che muore su una granata o di fame, ce lo vuoi mettere ?
E Silvio, c’è ancora ? ( anche lui ).
No, la prossima volta mandami le bozze che le correggo.
Bellissima !