
Com’erano belli, bravi, coraggiosi ed eroici i russi sovietici nel 1945 quando liberarono i popoli dal giogo nazista. Vabbè violentavano, massacravano, torturavano, ma chi non l’ha fatto durante la guerra? In ogni caso, ci avevano liberato dalla Bestia nazifascista pagando un prezzo di sangue immenso: 22 milioni di morti. In quegli anni tutti cantavano le lodi di Stalin, Beria, dell’URSS. Nessuno avrebbe osato criticare la politica comunista. L’URSS aveva vinto la guerra. Stop! Dal 1948 in poi esportarono il comunismo staliniano in paesi di antica cultura e storia: Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia Germania Est, Estonia, Lituania, Lettonia, Romania, Bulgaria, Albania, Jugoslavia, defenestrando, fucilando o facendo sparire le preesistenti élite politiche fossero esse nazionaliste, democratiche e liberali. Calò da quel momento sull’Europa una cortina di ferro che divise il continente in due, di cui la parte dell’ est, occupata e guidata dall’URSS. Ci furono, ad onor del vero, rivolte: Berlino 1951; Poznan 1955; Ungheria 1956; Praga 1968, Danzica 1972, tutte o quasi soffocate nel sangue. Però nessuno osò criminalizzare più di tanto la Russia. Sì, ci furono manifestazioni, ma poi, dopo proteste rituali, è sempre prevalsa la politica della “coesistenza pacifica“, del dialogo ad est. Oggi la Russia, dal 1989 ha perso il controllo e la sua influenza su tutti i paesi dell’Est. Anzi questi ex-satelliti, gli si sono rivoltati contro, entrando nella NATO e trasformandosi in tante pistole puntate verso il suo territorio. Quindi, paradossalmente, i russi sovietici dal 1917 al 1989 nonostante i genocidi, i massacri, le carestie indotte sono rimasti nell’immaginario politico dei bravi ragazzi. Oggi che non minacciano nessuno, ma tutelano legittimamente i loro interessi, che ci vendono le materie prime, derrate alimentari sono diventati assassini, odiatori della democrazia, fascisti, razzisti, omofobi etc etc..