
Se non vivessimo tempi drammatici ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate. E’ bastato un banalissimo intervento di Mattarella sulla crisi al termine delle consultazioni, per far scatenare uno tsunami di retorica, enfasi , interpretazioni, esegesi del pensiero mattarelliano mai viste prima. Ogni parola e ogni sospiro emesso dal PdR sono stati soppesati, filtrati, sezionati con risultati esilaranti. Poi sono partiti i cori sulla “saggezza” del Presidente, sulla sua “fermezza”, sulla sua “sapienza”, sul suo “equilibrio” etc. A me è parso un intervento piatto, ovvio in puro stile mattarellese. Praticamente ha detto, secondo il lessico liturgico quirinalesco, che prendeva un po’ di tempo e incaricava il Presidente della Camera Fico di esplorare. Tanto (questo ho capito io) per prendere tempo e tenere a galla Giuseppi per farlo arrivare al traguardo del Conte Ter.
Ognuno ha tanta storia
tante facce nella memoria
tanto di tutto, tanto di gnente
le parole di tanta gente.
Tanto buio, tanto colore
tanta noia, tanto amore
tante sciocchezze, tante passioni
tanto silenzio, tante canzoni.
Anche tu così presente
così solo nella mia mente
tu che sempre m’amerai
tu che giuri e giuro anch’io
anche tu amore mio
così certo e così bello.
Anche tu diventerai
come un vecchio ritornello
che nessuno canta più
come un vecchio ritornello.
Sempre…
mmi pare che i mettarellologhi siano dei leccaculologhi
Analisi e conclusione che condivido in toto!