
Se qualcuno non appartenente alla Cupola scrivesse: ” Ci stanno preparando un futuro (causa del Covid e crisi economica) fatto repressione e di restrizioni alle nostre libertà…” scatterebbe la censura con le solite fatwa scagliate dai media mainstream: “Complottista! Negazionista! Terrapiattista! etc.” Se lo scrive uno sul Corriere della Sera, diventa invece un’analisi condivisibile e interessante.
Sostiene infatti Mauro Magatti sul Corriere della Sera
“…molto dipenderà dalle conseguenze economiche e sociali di questa lunga pandemia e dal modo in cui i diversi Paesi ne usciranno. Nel quadro di una rapida ridefinizione delle gerarchie internazionali, tutti saranno costretti a domandarsi il grado di sacrificio della libertà individuale accettabile per raggiungere determinati risultati collettivi.
Nei fallimenti della nostra risposta alla pandemia non c’è in ballo solo una questione tecnica o politica. Al fondo si coglie una questione di civiltà: in quale modo possiamo realizzare la convivenza di persone libere all’interno di sistemi complessi che si trovano a prevenire rischi e gestire emergenze? Quali sono le condizioni che rendono ancora possibile la pratica della libertà nelle nuove condizioni della vita sociale? E cioè, come rimodellare la relazione tra Stato e mercato, tra democrazia e autorità?“
In sostanza Magatti nell’articolo sostiene che nelle società organizzate dall’alto ( vedasi Cina) la pandemia è stata controllata e contenuta grazie alle limitazioni delle libertà individuali, e siccome noi stiamo andando incontro a situazioni sempre più complesse dal punto di vista sociale-economico-sanitario, dovremo fare i conti con queste limitazioni. Tradotto significa che dovremo accettare limitazioni alle nostre libertà per il bene della colletività. In silenzio e agli arresti domiciliari.
i due concetti di protezione e libertà sono intrinsecamente antitetici ma rappresentano entrambi due fondamentali esigenze sociali e storicamente sono stati gestiti in modo dialettico a seconda delle situazioni sociali più o meno stabili
solo che stavolta veniamo da decenni di retorica di antifascismo. e da 30 anni di criminalità straniera di fatto impunita. la sua osservazione, in teoria giusta, nella prassi cozza con questi elementi, che rendono il quadro molto antipatico.
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/limbecille-globale-al-potere/?fbclid=IwAR1SVVyztnm64e-WdekVoOOWYUTzJBOwljNqf3gIsLQzupTweIWfravr1hw
salve
e se un discorso simile lo avesse fatto, venti anni fa, un berlusconi (da me mai votato) qualsiasi ?
piazze in subbuglio, cassonetti incendiati e prefiche sinistre genuflesse da madama “braccio storto” …
un saluto
Piero e famiglia