Continuo a chiedermi perché il risparmio privato non può essere concesso in prestito (con le dovute garanzie) allo Stato con interessi realistici, ovvero almeno a copertura dell’inflazione REALE (no, non quella Istat, quella REALE). Si insiste ad osservare che abbiamo un risparmio privato cospicuo, per il quale vengono corrisposti interessi dello 0,0000001% (meno le tasse), laddove con prestiti coperti da garanzia, ad essere ONESTI potrebbero tranquillamente ricevere ALMENO il 2-3%. Dico, quando sono “gli investitori” a “concedere” prestiti, quali interessi e quali garanzie vengono loro riconosciuti? Ecco, date agli Italiani le stesse garanzie e interessi uguali o anche LEGGERMENTE più contenuti, e mettiamoci d’accordo — ecco che “gli investitori” potrebbero essere le formichine risparmiatrici italiane. O i loro euro sono meno euro di quelli altrui? Ditecele tutte le cose, pezzi di merda.
Integro: risparmi concessi in presito allo Stato o direttamente alle imprese così affamate di liquidità (che la paghino, la liquidità, acquistandola dalle “formichine”). Ovviamente, con le dovute garanzie in beni reali, come a beni reali (non a numeri alla cazzo, come accade nel caso della finanza) corrispondono i risparmi delle “formichine”. Interessi di garanzia, non speculativi — se ti presto un potere d’acquisto equivalente a 10 scatolette di tonno, tra dieci anni rivoglio esattamente un potere d’acquisto equivalente a 10 scatolette di tonno, non di più, non di meno.
P.S. Non vi piace il tonno? Parliamo di pasta, o di salami, non importa: beni REALI di prima necessità, mica le mutande cretine di D&G!
Pagando invariabilmente il pizzo alle banche. E comunque io non parlavo di “investimenti”, bensì di prestiti, un po’ come quando un privato “accende” un mutuo, solo che il privato è quello che dà i soldi con garanzie fisiche. I BTP da quali garanzie fisiche sono tutelati? ae vanno a rotoli mi danno dei terreni? degli immobili? qualche metro cubo di rame? cosa? scritto nero su bianco, con il bene fisicamente ed immediatamente disponibile in caso di insolvenza.
E comunque, i BTP sono ancora e sempre denari pubblici, quindi anche miei — che faccio, faccio un prestito a me stesso? La mia idea è diversa: le aziende (che si dichiarano sempre così affamate di liquidità) ricevano la propria liquidità da chi ce l’ha avendo già lavorato e risparmiato. Ovviamente chi riceve il prestito dia le dovute garanzie fisiche e, come detto, immediatamente disponibili in caso di insolvenza. Senza passare dalle banche, che sappiamo che bei tipetti sono i banchieri.
Continuo a chiedermi perché il risparmio privato non può essere concesso in prestito (con le dovute garanzie) allo Stato con interessi realistici, ovvero almeno a copertura dell’inflazione REALE (no, non quella Istat, quella REALE). Si insiste ad osservare che abbiamo un risparmio privato cospicuo, per il quale vengono corrisposti interessi dello 0,0000001% (meno le tasse), laddove con prestiti coperti da garanzia, ad essere ONESTI potrebbero tranquillamente ricevere ALMENO il 2-3%. Dico, quando sono “gli investitori” a “concedere” prestiti, quali interessi e quali garanzie vengono loro riconosciuti? Ecco, date agli Italiani le stesse garanzie e interessi uguali o anche LEGGERMENTE più contenuti, e mettiamoci d’accordo — ecco che “gli investitori” potrebbero essere le formichine risparmiatrici italiane. O i loro euro sono meno euro di quelli altrui? Ditecele tutte le cose, pezzi di merda.
giusto. Cmq una parte del debito pubblico è dei privati.
purtroppo i contratti hanno sempre delle clausole scritte in piiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiccolo…
frau nicht deciocavallo
frau nicht caciocavallo
la fontana è un po’ approssimativa, ma il cartello chiarisce
quando il tempo stringe…
of course!
in compenso è carinissima col cappellino la principessa leia
(mutatis mutandis)
e, a parte il cappello e la fotocamera, il look è sempre quello
e non è facile fregare una con un dottorato in chimica quantistica
si intende di quantità!
Integro: risparmi concessi in presito allo Stato o direttamente alle imprese così affamate di liquidità (che la paghino, la liquidità, acquistandola dalle “formichine”). Ovviamente, con le dovute garanzie in beni reali, come a beni reali (non a numeri alla cazzo, come accade nel caso della finanza) corrispondono i risparmi delle “formichine”. Interessi di garanzia, non speculativi — se ti presto un potere d’acquisto equivalente a 10 scatolette di tonno, tra dieci anni rivoglio esattamente un potere d’acquisto equivalente a 10 scatolette di tonno, non di più, non di meno.
P.S. Non vi piace il tonno? Parliamo di pasta, o di salami, non importa: beni REALI di prima necessità, mica le mutande cretine di D&G!
Krancic: “una parte del debito pubblico è dei privati.”
Quale parte? E quali privati? Uno non vale uno — c’è chi ha dato, e c’è chi ha preso.
Sapevo che i BTP sono acquistati sia da investitori istituzionali internazionali sia da cittadini privati. Anche io potrei investire in BTP. O no?
Alfio sei sempre forte.
grazie Dionisio
Kracic: “Anche io potrei investire in BTP. O no?”
Pagando invariabilmente il pizzo alle banche. E comunque io non parlavo di “investimenti”, bensì di prestiti, un po’ come quando un privato “accende” un mutuo, solo che il privato è quello che dà i soldi con garanzie fisiche. I BTP da quali garanzie fisiche sono tutelati? ae vanno a rotoli mi danno dei terreni? degli immobili? qualche metro cubo di rame? cosa? scritto nero su bianco, con il bene fisicamente ed immediatamente disponibile in caso di insolvenza.
E comunque, i BTP sono ancora e sempre denari pubblici, quindi anche miei — che faccio, faccio un prestito a me stesso? La mia idea è diversa: le aziende (che si dichiarano sempre così affamate di liquidità) ricevano la propria liquidità da chi ce l’ha avendo già lavorato e risparmiato. Ovviamente chi riceve il prestito dia le dovute garanzie fisiche e, come detto, immediatamente disponibili in caso di insolvenza. Senza passare dalle banche, che sappiamo che bei tipetti sono i banchieri.