
È morto Italo Moretti, ex direttore del Tg3 e inviato della Rai.
Lasciatemi ricordare Italo Moretti con una nota di affetto e riconoscenza. Era il 1994. Avevo iniziato a collaborare con Il Giornale da poco tempo ed erano 4 anni che lavoravo con Il Secolo d’Italia. Praticamente un novellino. Un giorno mi giunse una telefonata dalla Rai. Mi si chiedeva se ero disponibile a partecipare ad uno speciale del Tg3 (la mitica TeleKabul) in occasione di importanti elezioni amministrative. Lì mi sarei dovuto cimentare con due mostri sacri della satira di sinistra: Staino e Ellekappa. Dissi ovviamente di sì. Arrivato a Roma, una macchina della Rai venne a prendermi alla stazione Termini e mi portò a Saxa Rubra. Fui accolto all’arrivo da Maurizio Torrealta che, per prima cosa, mi chiese una sigaretta. Poi venne a prelevarmi una bellissima Bianca Berlinguer che mi lasciò senza fiato. Quando arrivai nell’ufficio del Direttore fui accolto da Italo Moretti con grande gentilezza e disponibilità. Chiacchierammo per un po’, finché non arrivarono gli altri ospiti: Staino, Ellekappa, Mannaheimer, Conchita de Gregorio ( un’altra che a bellezza non scherzava). Al temine della trasmissione Moretti si congratulò con me e mi promise che mi avrebbe richiamato quando sarebbe capitata una nuova opportunità. Mantenne la parola. Tornai altre tre volte sempre in compagnia di Ellekappa e Staino. Conobbi in quelle occasioni Paolo Pansa, che si interessò alle mie origini, Federica Sciarelli a cui feci per la sua bambina un disegnino, Marcello Veneziani che, me presente, si lanciò in sperticate lodi verso Altan, quasi volesse rimarcare la distanza siderale fra satira di sinistra e quella dilettantesca di destra, Taradash che dimostrò nei miei riguardi avversione e antipatia, pur essendo in quei tempi parlamentare di FI ed altri personaggi ancora. Dopo queste apparizioni non rividi più Italo. Per qualche anno ci scambiammo gli auguri per le feste. Poi fu sostituito alla direzione. Gli scrissi un biglietto di solidarietà e di riconoscenza per avermi “sdoganato”. Mi rispose ringraziandomi. Mi parlò del suo allontanamento con una punta di amarezza e rimpianto per una TV di qualità che stava sparendo. Mi spiegò che con l’arrivo prepotente di Mediaset sul mercato delle comunicazioni , anche la Rai si stava adeguando, quindi si chiedeva meno cultura e più programmi trash. Il suo tempo era giunto al termine.