Il Test
Un camioncino telato si fermò in una strada sterrata di campagna, piena di pozzanghere, dentro la proprietà di Corrado, un’ampia tenuta di decine di
ettari. Lì, lontani da occhi indiscreti i membri della Freccia Nera avrebbero testato i Qassam comprati da Alfio a Napoli. Fu fissata nel terreno erboso la rampa di lancio.
Il primo Qassam sarebbe stato indirizzato verso una radura ai piedi di una collina che si ergeva difronte, ad una distanza di cinque km.
Corrado, Fabiola, Andrea, Francesco, inforcarono i binocoli, Antonio era addetto al “launch”.
Il momento richiese molta attenzione e fu seguito con ansia e trepidazione dagli uomini e dalle donne della squadra. Antonio premette il bottone.
Il razzo partì lasciando dietro di se una lunga scia bianca, ma ad un certo punto fece una mezza giravolta e ricadde a un centinaio di metri più avanti, finendo dentro un pollaio e facendo una strage di pennuti. Anche il secondo razzo fallì il bersaglio finendo in un laghetto.
«Ma cosa ti ha venduto il tuo amico Totonno?!»
chiese Corrado rivolto ad Alfio. Il vignettista allargò le braccia. «Non capisco…mi aveva assicurato che…»
In quel momento giunse la squadra di “Samarcanda”.
«Come è andata?» chiese Luigi.
«Uno schifo…» rispose Antonio. «I razzi sono andati per conto loro cambiando traiettoria dopo un centinaio di metri!»
Luigi chiamò a sé un tizio con i baffoni. «Paolo controlla un po’ questi razzi…» Poi rivolto alla squadra di lanciatori disse: «È un tecnico dell’Alitalia in cassa integrazione. Lui se ne intende di avionica…»
L’uomo dopo una prima sommaria ricognizione si rivolse al gruppo: «Niente di grave: sono le alette stabilizzatrici. Sono tutte rovinate e piegate. Per questo escono fuori traiettoria…»
Il problema fu superato in un paio di giorni.
La nuova prova ebbe esiti positivi: tre Qassam su tre, colpirono il bersaglio.
La squadra “Samarcanda” e “Lelio Luttazzi forever” brindarono al successo della “Freccia Nera”.
Finalmente si avvicinava il giorno tanto atteso. L’appuntamento per l’attacco fu fissato per il giorno 7 febbraio.
Il 7, tutto era pronto per l’impresa. La Direzione Strategica aveva anche stilato un volantino di rivendicazione, che subito dopo l’assalto sarebbe stato inviato per e-mail al tutte le redazioni giornalistiche.
Nella Casa del Grande Fratello, tutto procedeva secondo copione. I “dementi”, ormai rinchiusi da quattro settimane si beccavano come polli in uno stabbiolo.
Ognuno cercava di superare l’altro per affermarsi e in questo usavano tutti i mezzi, anche quelli più abietti. Quel pomeriggio a grandissima richiesta ci
sarebbe stata una lunga no-stop. Erano attesi nello studio, ospiti di primo piano. In particolare era atteso l’outing nel “confessionale”
di Mario lo Scoreggione, uno degli ospiti più amati del GF, divenuto famoso per le sue flatulenze in diretta che facevano tremare i televisori.
Fra gli ospiti erano attesi intellettuali di primo piano: Vittorio Sgarbi, Wladimir Luxuria, Alba Parietti, Bruno Crepet, Claudio Lippi, Maurizio Costanzo, Platinette, Gianni Mastrota e tantissimi altri.
La presentatrice si collegò con la Casa alle 15 inpunto. Gli ospiti erano tutti stravaccati sui divani in pose e abbigliamenti pagliacceschi: bandane, jeans
strappati e sporchi di morchia, ciabatte, magliette sdrucite, tatuaggi, piercing, etc.
La Marcuzzi chiese a Mario se era pronto ad entrare nel “confessionale”.
Il giovanotto rispose a modo suo, con una specie di tuono che fece tremare i vetri e scatenò le risate del pubblico nello studio e a casa. Anche gli ospiti si sganasciarono dalle risate.
Interpellato dalla presentatrice, in minigonna ascellare, Sgarbi dette al gesto una valenza artistica, catalogandolo come atto tardo-dadaista; la Parietti convenne con un cenno delle labbra; Luxuria dette una lettura rivoluzionaria al gesto, interpretandolo come rivolta alle convenzioni borghesi.
In quel preciso momento un terribile boato scosse la Casa. Dopo un impercettibile momento di smarrimento, si udirono provenire dal salotto della casa urla e pianti e un denso fumo. Seguirono scene di panico e di isteria collettiva. Intervenne la Security che entrò nella casa.
La Marcuzzi, stemperò la tensione e lo sgomento, incolpando del “botto” Mario lo Scoreggione.
«Questa volta l’ha fatta grossa…» disse, suscitando un’altra ondata di risate isteriche e applausi sguaiati.
Ma le urla di terrore dettero l’impressione ai telespettatori che più che di un peto, si fosse trattato di un grosso petardo.
La Security, dopo una prima sommaria ispezione, trovò un buco nel tetto del bagno.
Dentro il wc fu trovata la coda di un razzo. Inequivocabilmente un “Qassam”.
La notizia si sparse come un fulmine nelle redazioni. Furono approntati
in pochi secondi Tg Speciali. Questa corsa contro il tempo fu vinta dall’ineffabile Emilio Fede. Dopo soli 12 secondi apparve sugli schermi in golfettino girocollo blu fuori ordinanza su camicia azzurra e con voce rotta dalla commozione e dalla indignazione, annunciò il terribile attentato.
Non so se bisogna ridere o piangere….Ahahahahahahaha
Alfio, un grande !!
Dai che vogliamo vedere come va a finire !!