Salì sul servizio di pullman Atlassib che faceva la spola fra l’Italia e la
Romania. Il “corso” di nomade sarebbe dovuto durare due mesi.
Furono settimane molto dure per lui. Dovette sottoporsi a prove durissime e privazioni inaudite.
Fece anche un corso di borseggio e uno di taccheggio. Imparò quanto bastava della lingua e dei segni.
Il suo aspetto e il suo modo di porsi, con il passare dei giorni, cominciò a somigliare straordinariamente
a quello dei suoi ospiti.
Arrivò infine il grande giorno. Il capo della comunità gli consegno i documenti contraffatti. Da quel
giorno si sarebbe chiamato Younas Lupescu, nato a Cluj, di professione calderaio. Era un’altro. Alfred T.
era scomparso definitivamente. Il neo-nomade tornò nella sua città. Si presentò alla “Commissione Accoglienza”
dove gli fu dato il benvenuto e dove venne ricevuto con tutti gli onori.
Gli fu offerta una cifra di denaro e una tessera annonaria per superare le difficoltà dei primi tempi
e ambientarsi; gli fu dato un libriccino dove erano elencati in due lingue (italiano e rom) tutti i suoi
diritti.
Alfred-Younas rientrò nella sua casa. Gli era mancata terribilmente. Accarezzò i libri della sua
libreria e si guardò intorno. Tutto era rimasto come il giorno in cui era entrato nel campo rom. Di lì a
qualche giorno sarebbero venuti gli ufficiali della Polizia Fiscale a farlo sloggiare, ma avrebbero avuto
una sorpresa.
Dietro suggerimento dei suoi amici zingari, cambiò la disposizione del suo appartamento. Lo riempì
di stracci e di vecchi copertoni di macchina, bottiglie vuote, rottami e cianfrusaglie. Fece sparire libri,
oggetti personali, abiti, foto e quant’altro ricordasse il vecchio proprietario.
Venne il giorno fatidico. Due agenti della Fispol (polizia fiscale) suonarono alla porta. Younas-Alfred
andò ad aprire.«Lei è il signor Alfredo T.?»
«No, mio nome è Younas Lupescu…»
«Ma questa non è la casa dell’evasore Alfredo T.?»
chiese uno dei poliziotti.
«Io non sapere, signore…» rispose Alfred-Younas
porgendo i documenti.
«E cosa fate qui in questa casa?!»
«Io occupare. In base a vostra legge 127, articulo 5 de vostre leggi, noi migranti potere occupare case vuote.
Scritto qui su librettu…»
«Ma avete il nulla-osta firmato dal commissario per le case ai migranti?»
«Si signure. Tuttu in regula…» disse porgendogli un altro foglio.
I poliziotti controllarono. Il “nomade” aveva detto il vero.
«Le chiediamo umilmente scusa signor Lupescu.
Evidentemente ci deve essere stato un errore. Non ci avevano avvertiti di questo cambiamento.
Le porgiamo di nuovo le nostre scuse…»
«Momento signor, ma se tornare padrone de casa che fare io?»
Ci chiami immediatamente che lo sbattiamo in galera. Comunque non si preoccupi. L’evasore sarà
scappato all’estero, ma lo prenderemo. Spiccheremo oggi stesso un mandato di cattura internazionale…
Lei viva tranquillo nella SUA casa. Nessuno la importunerà più. Arrivederci e ci scusi di nuovo!»
Alfred rimasto solo si fregò le mani. -Funziona!!!-
disse fra sé. E ora al lavoro!